Le notti di Crudelia

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Allaccio attorno all’asta una guaina che lascia scoperta soltanto la cappella; dopo piscio in un bicchiere e con una cannula gliela schizzo nel sedere…


Stasera farò un bel numero, coi controfiocchi: verrà un maschio nerboruto e una ragazza masochista. Ottima premessa per una di quelle notti infernali che mi svuotano la fica e durano sconvolgenti sino all’alba. Per me non ha senso la solita chiavata: ho bisogno delle più strane operazioni per sentirmi scardinare tutta e allora sì che riesco a dare la parte migliore di me stessa, magari con insulti, parolacce e forme di tortura che persone normali non riescono a capire.

Massimo e Roberta sono già arrivati. Lui lo conoscevo già e lei mi basta darle soltanto un’occhiatina per rendermi conto che sta fremendo nell’attesa di sfrenarsi. E una donna notevole con buone pedine da giocare e perciò non perdo tempo nel porgerle una tuta di pelle nera che la fascerà da cima a fondo lasciando solo un buco tra le cosce in maniera che si veda soltanto la figona. Infilo anch’io un corpetto in pelle che, però, mi lascia nude tette, fica e chiappe.

Roberta ha già capito che dovrà fare la schiavetta e prepararmi un bel bagno di saliva tra le cosce mentre la sottoporrò a chissà quale tortura dolorosa. Massimo, nel vedere già nuda la sua accompagnatrice e me, è con tanto di cazzo che gli si gonfia come un palloncino e vorrebbe cominciare a inchiavardare ma lo richiamo subito: “Ti ricordo, stiamo ai patti “.

Non ha visto ancora che da un lato, sul divano, c’è un aggeggio destinato a lui. Mentre Roberta comincia a infilarsi la sua tuta, passo decisamente a lui dandogli un paio di smanettate sulla fava. “Oh, sì, sì…” mormora “mi piace…”. Invece, con sveltezza, gli allaccio attorno all’asta una guaina che lascia scoperta soltanto la cappella su cui do un paio di slinguatine per intensificare il suo turgore.

Roberta, a quella vista già illibidinita, mi guarda non sapendo cosa fare e io comincio a giocherellare con una cannuccia di legno cinese nella fica; me la ficco pure in culo e lei, a un tratto: “Lasciami leccare…”. “No, fatti un ditalino” le ordino e la donna, obbediente, si smanetta mentre Massimo: “Fatemi chiavare!” implora. “È presto, non ancora” dico e porgo alla giovane la cannuccia perché lecchi tutti gli umori che vi ho lasciato intorno. Quei liquori le risultano graditi e continua a menarsela con più vigore.

A questo punto le caccio in fica un cazzo enorme di cuoio e ordino a Massimo di manovrarlo; lui il mio amico, arrapatissimo, a momenti gliela sfonda mentre io sto pisciando in un bicchiere. Con una siringa raccolgo la pipì e, poi, gli caccio la cannula nel culo. Gli inietto la mia piscia ancora calda e anche Massimo ormai, è in mia balia.

“Ora sì, chiavala” gli dico e lui non perde tempo. Quella piscia nel culo l’ha fatto assatanare come ha fatto assatanare pure me. Mi metto, infatti, a cavalcioni sulla bocca della donna e le ordino di mordermi il grilletto. Roberta è un po’ esitante. “Mordi, mordi!… “. urlo e al primo morso le do due ceffoni che la fanno sobbalzare. Per il dolore lei mi morde ancora e la mia fica, finalmente, si apre a un sublime godimento. La schiffeggio ripetutamente mentre il maschio pompa con quella guaina di pelle attorno al cazzo che le slarga la fica.

La parte più esaltante verrà tra poco: quando gli ordinerò di ficcarglielo nel culo. Del cazzo, naturalmente, potrà entrare soltanto la cappella. Sarà una sofferenza reciproca da cui trarrò il massimo piacere. Infatti, mentre Roberta: “Infila, forza, dài!…” e Massimo: “Non posso, c’è ‘st’affare…” io mi stendo sopra la bocca della giovane che mi infila la lingua in fondo alla vagina. I due, arrapatissimi, non possono godere; io, invece, sono tutta un lago ma cerco di non cedere all’orgasmo.

La mia piscia nel culo di Massimo, ha fatto l’effetto del pepe nel culo d’un cavallo e l’altra soffre perché non si sente inchiappettata. Il mio amico cerca di slacciare la guaina che lo serra al cazzo ma io lo prevengo dandogli un bel calcio sui coglioni. Per qualche minuto, tramortito, si contorce, mi dà della puttana, poi mi salta addosso e io allargo le mie cosce perché farò del mio meglio per far posto alla sua fava.

Mena colpi come un pazzo e la fica comincia a bruciare. Era quello che volevo. Roberta, a sua volta, mentre quello pompa, gli sta leccando il culo e si sgrilletta. Dai suoi gemiti la sento prossima all’orgasmo e decido, allora, di farle togliere la tuta; me la tolgo anch’io. Ci accoppieremo nel modo più selvaggio perché lei potrà leccarmi tutta e Massimo chiavare senza quel dannato impedimento.

Siamo un groviglio di corpi, attorcigliati come serpi e il suo bel cazzo ce lo contendiamo in due. Ci graffiamo, ci spingiamo perché ciascuna di noi due vuol godere con quel pistone in fondo ma io riesco a farla da padrona. Con la fica dilatata squirto terribilmente e Massimo: “Roberta, squirtami sul culo!” invoca mentre se ne viene pure lui. Una sborrata indescrivibile. Alla fine, per soddisfare pure la sua amica, le allargo le cosce e, mentre lecco, Massimo mi impala nel di dietro. Placati i sensi, offro agli ospiti un drink forte perché la notte è ancora lunga e avremo molto da chiavare. Questo, non è che l’antipasto…


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