Perchè non ci fai uno spogliarello?

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Gianni e Piero, i due amici più cari di Stefano, che è mio fratello, erano venuti ospiti a casa nostra. I nostri genitori erano andati al paese a trovare i nonni, ed il paese è molto distante. Si fermavano per tutto il fine settimana.

Ho preparato un pranzetto prelibato e abbiamo bevuto anche parecchio perchè Piero e Gianni non sono arrivati a mani vuote. Avevano portato due bottiglie di vino. Io non sono abituata a bere. Mi bastano due bicchieri e mi perdo. Mi vengono pensieri voluttuosi; l’ebbrezza mi fa fare cose che da sobria non farei. Ma i latini dicevano che la vera personalità viene a galla quando uno è bevuto; se è così sono proprio una gran troia!

L’idea però l’ha avuta Stefano. Mi ha promesso che avrebbe aperto anche la bottiglia di whisky che aveva in camera: “Perchè ci devi fare lo spogliarello” aggiunse il maledetto. Vi ho detto cosa succede quando bevo e per tutto il pranzo Stefano mi ha riempito il bicchiere. In compagnia non guardo quanti ne bevo, ma dovevano essere tanti e mi sentivo bella allegra. Avevo fiducia di quei tre maschietti giulivi, anch’essi piuttosto brilli. Mi andava l’idea. Mi sarei spogliata volentieri.

Mio fratello mise un po’ di musica, salii sul tavolo e ballando a ritmo, attengiandomi a spogliarellista sexy, mi slacciai la gonna. Seguivo la mia voglia e mi tolsi tutto. Non li guardavo nemmeno, anche se sapevo che stavano tutti e tre con gli occhi puntati sul mio corpo. Il momento più caldo ed eccitante è stato quando mi sono sfilata le mutandine. Ho allargato le gambe e mi sono fatta scendere gli slip fino a mezza coscia, protendendo la figa nella loro direzione. Tenendo l’elastico con una mano, ho fatto uscire la gamba dalla mutandina. Mollando l’elastico, l’indumento si chiuse come una giarrettiera alla gamba.

Spinsi ancora il busto in avanti, roteandolo piano. Guardai in basso. Si erano alzati dalle sedie, e Gianni mi ha preso per una cavaglia e mi ha messo a sedere sul tavolo, Piero ha iniziato a leccarmi la figa. Sbrodolavo a più non posso. Gianni è salito sul tavolo e messosi a ginocchioni, mi ha dato la fava da succhiare. Bel cazzo il suo. Era duro, bello, tutto da accarezzare, da mangiare. Io sono rimasta sul tavolo per circa tre ore e non ho contato gli orgasmi raggiunti ma credo fossero una dozzina.

I tre ragazzoni mi hanno davvero deliziato quel giorno, mi hanno leccata ovunque, con passione, io ho succhiato i loro tre bastoni fino farli diventare marmorei e poi mi sono fatta scopare in ogni buco, con foga, più volte, senza sosta, fino a farmi inondare con getti lunghi e pesanti di sperma calda. E’ stato un pomeriggio indimenticabile, purtroppo dopo alcuni mesi Gianni si è sposato e Piero è andato ad abitare in Svizzera per cui non abbiamo avuto modo di ripetere l’eccitantissima esperienza.

Per colpa di mio fratello quella volta mi sono comportata come una vera troia, ma credo che anche senza di lui e della bottiglia di whisky non avrei perso una così ghiotta occasione di essere al centro delle attenzioni di più uomini insieme.


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